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Quanto vale il tuo tempo?

Data pubblicazione: 12 aprile 2023

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Rappresentazione visiva dell'articolo: Quanto vale il tuo tempo?

IN BREVE

  • Research Dogma ha chiesto agli italiani quanto tempo dedicano a ciò che conta davvero per loro.
  • Ventiquattro ore al giorno, sette giorni alla settimana, 365 giorni all’anno: quanto di tutto questo tempo dedichi a ciò che per te conta davvero?
  • La tecnologia, se mette al centro te e le tue esigenze, può aiutarti a liberare il tuo tempo per dedicarlo alle persone e alle cose che ami.
  • E poi c’è la consulenza finanziaria, che pianifica per te il raggiungimento dei tuoi obiettivi: e tu, intanto, puoi vivere la tua vita.


Pietro, 73 anni: boomer

Pietro ha 73 anni ed è quel che si dice un “boomer”: nato nel 1950, rientra in pieno nella generazione dei Baby Boomer. Lunedì è andato a fare una visita di controllo: ce l’aveva alle due ma a mezzogiorno è già uscito di casa, senza neanche pranzare, perché la fila per l’accettazione spesso e volentieri è ben lunga e sennò rischiava di arrivare in ritardo allo studio del dottore.


Francesca, 43 anni: Millennial

Sua figlia si chiama Francesca e di anni ne ha 43 anni: è nata nel 1980 ed è quindi una Millennial. Giovedì si era organizzata per portare al cinema la figlia più piccola con le amichette. E invece la caldaia ha smesso di punto in bianco di funzionare: si è quindi dovuta attaccare al telefono alla ricerca di un tecnico, una “mission impossible” che Tom Cruise scansati veloce.

Leonardo, 16 anni: Gen Z

Ma Francesca ha anche un figlio più grande: si chiama Leonardo, ha 16 anni e si colloca pienamente nella Generazione Z. Domenica pomeriggio la connessione alla rete gli è saltata e ci ha messo una vita a caricare online la ricerca di scienze: questo gli ha fatto saltare tutti i piani che aveva con i suoi amici.

Insomma, quante volte ci capita di dirlo? “Ogni giorno ce n’è una”. Solo che questo ci ruba tempo prezioso, che assai più volentieri dedicheremmo a ciò che ci piace. Pietro, Francesca, Leonardo: tre generazioni diverse, tre diversi set di bisogni. Ma un grande desiderio in comune: avere più tempo per ciò che conta davvero. Più tempo per l’attività fisica all’aperto, nel caso di Pietro, che è stato sempre un tipo molto attivo, amante delle escursioni in montagna. Più tempo con la famiglia, i figli e le amiche, è la risposta di Francesca. Più tempo per gli amici e lo sport, direbbe Leonardo, che già pensa alla fine dell’anno scolastico e alle vacanze estive. Famiglia e figli, salute, viaggi, tempo per sé e attività culturali “alte” (mostre, musei, formazione) e decisamente più “pop” (tra queste, il cinema): le cose che contano davvero, appunto. Per Pietro, Francesca e Leonardo, ma anche, secondo una recente ricerca di Research Dogma, per la maggior parte degli italiani.


Quanto tempo abbiamo per le persone e per le cose che contano davvero?

Ebbene sì: per gli italiani la famiglia resta in cima alle priorità. Ancor di più, forse, oggi, nel pieno di una fase storica che, se da una parte ha rinfocolato le nostre insicurezze, dall’altra ci ha fatto riscoprire le cose che contano sul serio. Quindi, come dicevamo, la famiglia prima di tutto. Anche per i giovani. Magari non i Gen Z come Leonardo, certo, ma poco più grandi, alle prese con il primo lavoro o con l’università, con lo sguardo già rivolto a una vita tutta da costruire e a una casa tutta per sé da mettere su. Ora, il problema è: abbiamo abbastanza tempo da dedicare alle cose che per noi contano veramente? Oppure, esattamente come Pietro, Francesca e Leonardo, spesso e volentieri incappiamo in una serie di intoppi e disagi che ci sottraggono tempo?


Chi ci sottrae tempo e chi (o cosa) può consentirci di recuperarne?

Sempre secondo l’indagine di Research Dogma, gli italiani non sono soddisfatti e vorrebbero trovare più tempo per le cose che contano. Questa aspirazione è molto forte e urgente per il 20% degli intervistati, ma, a ben guardare, è in linea di massima alquanto diffusa. Un consistente 85% avverte l’esigenza di sottrarre tempo alle attività meno appaganti per riposizionarlo su ciò che conta davvero. E l’82% degli intervistati dice in pratica che la soddisfazione per la propria vita aumenterebbe molto o moltissimo se riuscisse a ricavare tempo per le cose che contano.

Chi o cosa ci sottrae tempo? Il che porta a una seconda e ben più importante domanda: chi o cosa può consentire a Pietro, a Francesca, a Leonardo e a ciascuno di noi di recuperarne? Una risposta può arrivare da un impiego intelligente della tecnologia. E non parliamo certo di tecnologia futura o futuribile, no. Parliamo della tecnologia “qui e ora”. Benissimo l’Intelligenza Artificiale, la Chat GPT e affini, ma essendo il bisogno presente, deve essere presente e già implementabile anche la risposta, alla portata di chiunque, anche di chi – come nonno Pietro – non è certamente un nativo digitale.

Una tecnologia che semplifica la vita, consentendo a Pietro di accorciare l’attesa e di saltare le code, ricordando a Francesca e a suo marito che è tempo di fare la manutenzione della caldaia, potenziando la connessione di Leonardo, e via dicendo. Tutto questo vale anche per il settore dei servizi bancari e finanziari. Nonno Pietro, per dire, si sente molto più a suo agio allo sportello che al pc, ma per Francesca e Leonardo ormai lo sportello è un luogo geografico del quale ammettono sì l’esistenza, ma che frequentano assai poco. Leonardo, poi, trascorre molto tempo online ed è molto verosimilmente lì che avverranno, in futuro, i suoi acquisti e i suoi investimenti. È la piazza virtuale, ormai, il luogo degli scambi per i più giovani, siano essi puri Gen Z o ultima propaggine dei Millennial.

Per Leonardo ogni servizio bancario e finanziario dovrà essere dematerializzato, all’insegna del miglior uso possibile della tecnologia, anche perché sarà proprio questo a consentirgli di liberare tempo per vivere la sua vita dedicandola alle cose che contano davvero. Dal canto suo, in questi anni il sistema bancario ha già saputo trovare risposte molto pragmatiche alla domanda di semplificazione e risparmio di tempo.


Il bravo consulente lavora per te e ti aiuta a liberare tempo per le cose importanti

È un dato di fatto: se mette al centro l’essere umano, la tecnologia può aiutare a ritrovare il tempo perduto. Quando incontra la consulenza finanziaria, poi, allora gli obiettivi che consente di raggiungere sono due, entrambi importanti: liberare il proprio tempo dall’incombenza – pure molto importante – di gestire i risparmi e pianificare in modo efficace ed efficiente il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi di vita.

La tecnologia non si oppone al consulente umano, anzi: diventa una sua – e, di riflesso, una tua – alleata, aiutandolo a individuare i prodotti più in linea con i tuoi obiettivi e liberando non solo il tuo ma anche il suo tempo dalle varie incombenze burocratiche. Tempo che può così impiegare nella messa a punto del piano più in linea con la tua situazione di partenza in vista – per esempio – della crociera dei tuoi sogni, dell’università dei tuoi figli, di un grande evento, dell’avvio di un progetto e, va detto, anche del passaggio successorio. Un viaggio verso la vera personalizzazione del servizio, che permette al consulente di servire il cliente aumentandone il benessere non solo finanziario ma anche personale.

Il bravo advisor ti libera dal pensiero della gestione e della corretta pianificazione dei tuoi risparmi. E questo, insieme a tutti gli altri vantaggi che la tecnologia può offrire già oggi, può contribuire a migliorare la qualità del tuo tempo. Facendotelo vivere appieno.

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